mercoledì 24 aprile 2013

25 APRILE, FESTA DELLA LIBERAZIONE
                                                                                                                                                                          Domani è il 25 Aprile.Una data fondamentale per la nostra storia anche se il tempo  ne ha attenuato il ricordo fino a renderlo quasi assente nelle più giovani generazioni.Il 25 Aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine alla guerra e dando il via alla Repubblica italiana,libera e democratica.
Finiva così un ventennio orribile, durante il quale il popolo era stato soggiogato da una dittatura
opprimente che aveva ucciso ogni forma di libertà individuale; aveva conosciuto nefandezze come le leggi razziali e le deportazioni versi i campi di sterminio
La ricorrenza mi riporta alla mente un episodio di circa quarant'anni fa.
Residente all'epoca a Torino, andai al matrimonio di mia cugina Franca(Izzo) che proprio a a Torino sposava Luigi Colajanni, figlio dell'on. Pompeo Colajanni, comandante della brigata partigiana Garibaldi Valle Po. (wikipedia./Pompeo_Colajanni)
Dopo la cerimonia, svoltasi con rito civile presso il Comune di Torino, andammo in un ristorante di Cavour, paese della provincia torinese.
Ricordo ancora oggi la figura della proprietaria del piccolo locale, una donna alta e robusta.
Durante una pausa del pranzo,mi avviai all'uscita del ristorante per dare uno sguardo al paese. Sulla porta trovai la proprietaria del locale con gli occhi pieni di lacrime e l'on. Colajanni visibilmente emozionato, il quale, quasi a voler giustificare il loro stato emotivo, indicò con il dito una piccola lastra di marmo infissa sulla parete della casa difronte al locale e aggiunse:  noi siamo vivi grazie a lui.
Sulla lastra era riportato un nome, un cognome,una data di nascita e di morte. Si trattava, come poi disse, di un giovane che, catturato dai nazifascisti, si era ucciso per il timore che sotto tortura avesse potuto palesare il luogo dove erano nascosti i partigiani.
Questo è solo un episodio, ma la memoria degli eventi di sessantotto anni fa è un libro fatto di tante storie, personali e collettive, storie di donne e uomini di diverse origini sociali e idee politiche accomunati dalla voglia di libertà, di democrazia , di giustizia, di solidarietà, di equità sociale.
Quello di oggi è forse il peggior 25 aprile dalla “Liberazione” che il nostro Paese sta vivendo: un Paese alle prese con una pesante crisi economica ed occupazionale che peggiora di giorno in giorno, travolto da scandali della classe politica ed amministrativa che contribuiscono a “disegnare” un’Italia ben diversa da quella che avevano sognato quei giovani combattenti, sino a sacrificare la vita.
Se questi tornassero in vita, come minimo  ci prenderebbero a calci nel sedere nel vedere cosa siamo stati capaci di fare a questa nostra Italia.
Rimarrebbero sbalorditi nel vedere un Paese marcio sino al midollo, nel vedere in Parlamento senatori e deputati collusi con la mafia, la camorra (Grazie a Dio con queste ultime elezioni si è fatto una buona pulizia)
Un Paese senza sovranità popolare, con l'elezione a tavolino dei parlamentari grazie ad una legge “porcata”. 
Un Paese con fabbriche e negozi chiusi,con milioni di giovani senza lavoro, con pensionati che non ce la fanno ad arrivare neppure a metà mese e che sempre più spesso si contendono gli avanzi di frutta e verdura tra gli scarti dei mercatino nei cassonetti dell'immondizia.
Si arrabbierebbero, loro combattenti per la libertà, nel vedere paesi amministrati da piccoli dittatorelli per i quali chiunque la pensi diversamente è un pericolo, un fastidio da eliminare.
Andrebbero in collera nel vedere il nostro presente fatto di abusi, indifferenza, disperazione, nuova povertà, miseria umana e materiale.
Si impone un nuovo 25 Aprile. Ci vuole una ripartenza, un nuovo slancio,un nuovo impegno.
Mentro scrivo questo post, la TV comunica che l'on. Enrico Letta ha ricevuto dal Presidente della Repubblica l'incarico di formare il nuovo governo. Speriamo bene.



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione.”
(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26-1- 1955)

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